Ferrari a lezione di bassi consumi in Oriente

Tre studenti dell’istituto Ferrari di Maranello hanno concluso un’esperienza di tre settimane in Giappone, in un progetto di scambio didattico e tecnologico dedicato al settore automotive. Verso la fine del viaggio hanno ottenuto un eccellente risultato nella gara per veicoli a minimo consumo di carburante: quasi 400 km con un litro, quarti su centoventi scuderie.

«Siamo stati in Giappone, prefettura di Gifu - spiega il professor Giovanni Busani che ha accompagnato e seguito i tre giovani (Daniel Cavani, Luigi Lombardo e Andrea Quarenghi) - 50 km a nord di Nagoya, capoluogo industriale del settore automotive e città da più di due milioni di abitanti. La città di Toyota e relativi impianti produttivi dell’omonima marca sono a 40 km di qui e la produzione annuale è di circa 5,6 milioni di auto».

L'istituto di istruzione superiore “A. Ferrari” di Maranello, ha intrapreso da oltre dieci anni uno scambio culturale/formativo con il Nac - Nakanihon Automotive College, scuola ad indirizzo automotive e motorsport post diploma in Giappone. Scuola all’avanguardia, docenti, strutture e tecnologie di ultima generazione. Scuola con circa 500 studenti provenienti principalmente dal Giappone ma anche da altri paesi del sud-est asiatico.

«Le giornate - spiega Busani - sono trascorse con attività scolastico-formative con docenti giapponesi, visite a Kyoto, Tokyo e Toyota, attività culturali varie, weekend di homestay in famiglie del luogo per apprezzare realmente la vita e la tradizione giapponese, davvero lontana dai nostri canoni italiani. Tutto estremamente organizzato, senza sbavature».

Bene anche la gara, dedicata ai bassi consumi che non sono proprio la specialità di Maranello, ma i tre studenti hanno saputo dare il meglio: «La gara si chiama Econopower, in cui la regolazione del motore, l’aerodinamica, la gestione efficiente della guida concorrono ad arrivare a consumi bassissimi. Per quest’anno il muro da “sfondare” era quello dei 400 km con un solo litro di carburante, ci siamo andati molto vicino classificandoci quarti su quasi 120 scuderie presenti. Veniamo da Maranello, abbiamo nella mente e nel cuore supercar che consumano decisamente di più, ma abbiamo fatto del nostro meglio».

Un’avventura, quella giapponese, utile per tornare a casa con un bagaglio di conoscenze tecniche ed esperienza internazionale decisamente arricchito, ma anche per riconciliarsi un po’ con un sistema scolastico che buca le cronache quasi solo per episodi di bullismo o vandalismo. (gb)

Articolo Gazzetta di Modena del 01.12.2017