La storia

"Ogni fabbrica dovrebbe avere una sua scuola professionale per preparare i propri tecnici al successivo lavoro" questa opinione, più volte espressa da Enzo Ferrari, sintetizza in modo perfetto la lunga storia che ha visto protagonisti l’Istituto Professionale dedicato al figlio del grande Costruttore, Alfredo soprannominato Dino, e Ferrari Automobili.

La storia è iniziata ufficialmente l’1 ottobre 1963, sulla spinta - anche economica - di Enzo Ferrari, che ha trovato nel Comune di Maranello un partner ideale per realizzare l’impresa. Sorto con la vocazione di formare meccanici motoristi e cresciuto in funzione dei cambiamenti tecnologici, l’Istituto Professionale "Alfredo Ferrari" ha sempre avuto caratteristiche uniche, tanto che annualmente, tra gli iscritti, se ne contano parecchi provenienti da zone molto lontane dalla sede, sia dall’Italia che dall’estero. I metodi di insegnamento e l’ottima formazione professionale sono naturalmente un vanto della scuola che, nonostante la crisi del mondo del lavoro, permette ogni anno a tutti i diplomati (circa 70 ragazzi, il 10% dei quali si iscrive all’Università) di trovare subito una assunzione. Ma, come vedremo, la particolare condizione in cui si trova la Scuola è resa possibile grazie anche al rapporto specifico con la Ferrari, tutt’ora molto stretto. Tra le due istituzioni si è creato un’eccellente collaborazione Scuola/Impresa che ha sempre avuto un’importanza fondamentale sul territorio di Maranello. Per i giovani della zona, interessati alla meccanica, risulta pressoché naturale l’ambizione di poter lavorare nella Fabbrica che è sinonimo di eccellenza nel mondo, oltre che di passione e di amore per le auto. E la Ferrari S.p.A. ha sempre tenuto nella massima considerazione il valore dell’insegnamento, inteso in senso globale.

"Enzo Ferrari aveva cura delle persone che lavoravano per lui" - sottolinea l’ingegnere Bruno Pacher, che è stato direttore dell’Ufficio Personale di Maranello dal 1962 al 1994 e che ha anche fatto parte del primo comitato per la gestione dell’Istituto Dino Ferrari - "Era convinto, e lo ricordava spesso, che tra aziende identiche spiccava quella che curava la qualità delle risorse. Un concetto che per lui non si fermava alla capacità tecnica ma comprendeva anche l’aspetto comportamentale oltre che l’amore e il rispetto per il proprio lavoro". Con questa visione del rapporto tra l’Azienda e i dipendenti, non stupisce che Ferrari si sia occupato direttamente dell’istruzione di questi ultimi fin dai primissimi tempi della sua impresa industriale. È una storia ancora poco nota e dalle caratteristiche uniche.

Nel suo volume di memorie "Le mie gioie terribili", così lo stesso Ferrari spiega il trasferimento da Modena: "A Maranello passai alla fine del 1943, in virtù della legge di decentramento industriale che era stata imposta alle fabbriche. A Modena avevo una quarantina di operai, che nel corso della guerra aumentarono sensibilmente, sì che a Maranello potevo contare su 140/160 unità".

In quel periodo Ferrari costruiva macchine utensili (le rettificatrici oleodinamiche U 1000/1200 - ndr), attività che ha mantenuto fino all’alba degli anni 50, quando ha proseguito con il solo impegno delle automobili, iniziato dopo la guerra. Per entrambe le iniziative era però necessario disporre di personale altamente specializzato, problema non da poco, considerando che in precedenza l’unica possibilità di lavoro della zona era legata all’agricoltura, mentre il distretto industriale più vicino era quello di Modena, comunque troppo distante per l’organizzazione dei trasporti di quel periodo.

In assenza di istituzioni scolastiche ufficiali, con una lungimiranza certamente rara, Ferrari scelse di istruire direttamente i futuri operai e non si accontentò di insegnare loro l’uso del tornio o della rettificatrice. Nell’immediato dopoguerra istituì una "Scuola serale per adulti", trasformata - a partire dall’anno scolastico 1945/46 - nella "Scuola di Perfezionamento Professionale - Alfredo Ferrari", dedicata al suo figlio maggiore, morto giovanissimo nel 1916. La sede era di fronte alla fabbrica, nella ex-casa colonica del "Fondo Cavani", la stessa che ospita ancora oggi il ristorante "Il Cavallino". In una serie di foto dell’epoca si notano gli allievi impegnati nelle officine meccaniche ma anche in un’aula con tanto di banchi tradizionali, cattedra e lavagna: lettere, matematica, tecnica e pratica di officina, le materie previste.

Con l’anno scolastico 1946/47 fu istituito il "Corso Motoristi" riservato ai dipendenti. Con l’aiuto di un testo unico appositamente studiato (in copertina spiccava il Cavallino rampante), il Corso prevedeva lo studio di cinque materie: matematica, meccanica e fisica, disegno, tecnica motori e vetture, cultura generale. In quest’ultima era inserita anche la voce "Lettere" e tra gli insegnanti c’era Dario Zanasi, un giornalista che era vicino a Ferrari.

A partire dal 1947, la "Scuola di Perfezionamento Professionale" venne aperta a tutti i giovani della zona desiderosi di raggiungere un diploma e un mestiere. Fondamentali erano i corsi di "Disegno di macchina" che vedevano gli allievi impegnati con quote e misure precisissime, anteprima del loro futuro lavoro. I percorsi formativi avevano una durata triennale, c’era un direttore (Andrea Ferrari, solo omonimo del Costruttore) ed erano assegnati i voti come nelle scuole statali. Al termine del terzo anno veniva rilasciato il diploma di abilitazione e gli allievi erano pronti per il lavoro presso la stessa Ferrari. E sono tanti quelli che hanno poi raggiunto posizioni di comando, soprattutto nei settori delle macchine utensili.

Viene ricordato anche un "primo della classe", diplomato al termine del triennio 1949/1952: è Danilo Agnani, che ottenne la votazione maggiore tra tutti gli alunni usciti dal "Alfredo Ferrari".

Bibliografia

AAVV, “A. Ferrari 50, 1963 – 2013, Istituto Tecnico e professionale”, 2013, IPSIA Maranello

Imparare e formare, i momenti fondanti della Maranello di domani
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