#esamedistato2023. Le vostre risposte sono diverse

“Anche per chi ha passato tutta la vita in mare, c’è un’età in cui si sbarca”

(Italo Calvino, Il barone rampante)

Cari studenti,

l’inizio dell’esame di Stato 2023 è prossimo. Inevitabili - per alcuni più, per altri meno - ansia e preoccupazione. “Andrà bene o male?”. “Riuscirò a comunicare quello che so?”. Sono alcune delle domande che si rincorrono. Non pochi fra voi uniscono a queste inquietudini quelle per la recente alluvione in Romagna. Lutti. Abitazioni devastate. Territori isolati. Beni e lavori dei genitori perduti. Non facile da comprendere per chi non ha vissuto, e non vive, queste gravissime situazioni.

Ansie e preoccupazioni, per l’esame di Stato, sono le medesime che tutti, prima di voi, hanno vissuto. Provate a chiederlo ai vostri Prof. e vi confermeranno.

Uno studente di Albert Einstein nel 1942 disse al suo professore: “Queste sono le stesse domande che hai posto al test dell'anno scorso. Niente è cambiato". Einstein rispose: “Abbastanza vero, tutte le domande sono uguali; ma quest'anno le risposte sono diverse”.

Le parole di Albert Einstein “centrano” la questione: l’esame è lo stesso, ogni anno, con il suo portato di tensioni. Quest’anno però le risposte saranno le vostre e saranno diverse dalle precedenti, perché uniche, come unici siete ciascuno di voi.

Siete quindi preoccupati perché chiamati, in prima persona, ad affrontare la “prova” conclusiva di un lungo percorso scolastico. Sedici anni, in media, di scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado: da piccoli siete divenuti adulti!

Non solo questo, però. Sosterrete tanti altri e diversi esami, in futuro, nelle Università, negli ITS Accademy, oppure nella vostra attività lavorativa. Eppure, con ogni probabilità, questo sarà l’esame che ricorderete di più nella vostra vita. Perché?

Perché questo momento costituisce simbolicamente un “passaggio” all’età adulta. Perché lascerete le aule e i compagni di classe con cui per anni avete vissuto le vostre esperienze scolastiche e non solo. Perché siete preoccupati per il “dopo”, o perché non intravvedete ancora quella che sarà la vostra strada futura. Perché sentite che state “voltando pagina”; che assai diverse saranno le esperienze che vi aspettano; che cresceranno le responsabilità nella vita. Perché, perché, perché.

Probabilmente sono tutte queste risposte, insieme e con diverso peso per ciascuno di voi, a costituire la ragione delle vostre preoccupazioni.

Questo esame è conclusivo di un importante percorso della vostra vita ed ora siete chiamati ad un nuovo inizio. Il futuro di ciascuno prende avvio con la sua attesa, in questo tempo.

Italo Calvino, ne il Barone rampante, scrive che “anche per chi ha passato tutta la vita in mare, c’è un’età in cui si sbarca”. Questa è l’età in cui sbarcate dalla nave della scuola, che vi ha affaticato, magari anche irritato, ma che vi ha accompagnato nella crescita e che, in fondo, avete amato. Pensate a quando non l’avete avuta, per via del Covid. Sbarcate da questa nave per intraprendere il nuovo cammino, ciascuno di voi. Partendo da dove siete ora giunti.

In fondo, le vostre ansie non sono, solo, per l’attracco al porto dell’esame finale, ma anche per lo sbarco e la nuova ventura. Noi, che vi abbiamo accompagnato come siamo stati capaci, che abbiamo cercato in tutti i modi, con i nostri limiti, di contenervi nell’abbraccio adulto, siamo consapevoli di questi vostri timori. Ma siamo tranquilli. Le Commissioni faranno in modo di accompagnarvi nelle prove e voi darete all’esame il meglio possibile. Anche se non ne sarete soddisfatti, il vostro futuro non dipenderà dall’esito ma dall’impegno.

Siamo tranquilli perché siete cresciuti e ancora crescerete e un poco alla volta, ma sempre di più, percorrerete la strada della vostra vita, sostenuti dalle esperienze maturate e accompagnati quanto più possibile da amici.

Auguri di buon esame e un abbraccio grande.

Stefano Versari, Direttore generale